Taraborelli - Le Origini

 

Il Cinquecento.

Poco si sa sulle origini della famiglia, se essa sia autoctona mantovana o proveniente dall'Abruzzo.
Il primo documento che cita un Taraborelli nel territorio di Mantova è un atto del 1542 del Tribunale di Giustizia Civile e Criminale che condanna un certo Giacomino (Jacominus Taraborellus) all'amputazione di un orecchio per furto . L'atto, che contiene la semplice sentenza, non riporta purtroppo né la paternità né la provenienza geografica di Giacomino.

Ciò che è comunque certo è che già ai primi del '500 un ramo dei Taraborelli abitava nell'Oltrepo' Mantovano, in quell'area rurale disegnata dai continui cambiamenti dell'alveo del Po e soggetta a frequenti alluvioni, e al centro delle complesse vicende storico-politiche delle signorie di Mantova, di Guastalla, di Parma-Piacenza, e di Modena-Reggio - un'area oggi divisa fra le province di Mantova e Reggio Emilia, e posta a cavallo fra gli attuali Comuni di Pegognaga, Gonzaga, Moglia e Reggiolo.

Il capostipite del ramo mantovano è un certo Domenico nato probabilmente ai primi del '500 a Reggiolo.
La famiglia di Domenico appare legata fin dalle origini alla vita rurale: suo figlio Anselmo compare in diversi atti dal 1557 al 1568 come "pecorarius" . Investito dall'Ospedale Grande di Mantova di un cospicuo numero di terreni presso Reggiolo, Anselmo trasmetterà poi in eredità questi fondi al figlio Bernardino. Il numero di atti di investitura testimonia del fatto che la famiglia disponeva alla fine del '500 di un'ampia estensione di terreni agricoli (nel 1579 raggiungono quasi i 50 ettari) che probabilmente lavorava direttamente o affittava ad altri 'lavorenti'. Di questo primo ramo, oltre alle vicende economiche legate alla terra, rimangono alcuni atti di dote, che ci danno un'idea precisa dei beni e delle condizioni della famiglia alla fine del '500 e agli inizi del '600.

Dal Cinquecento a oggi: quindici generazioni attraverso il Mantovano.

Gli atti notarili tacciono attorno alla metà del '600, in corrispondenza di un periodo funestato da guerre e dalla peste. Dopo la metà del '600, le fonti tornano ad essere complete: i primi atti del '600, ci portano da Reggiolo alla vicina località di Pegognaga. I documenti diventano completi di date di nascita, matrimonio e morte e testimoniano di ben quindici generazioni che per circa quattro secoli, dall'inizio del XVI secolo alla fine del XIX, attraverseranno progressivamente da sud a nord l'intero territorio mantovano, in funzione delle esigenze di lavoro e della ricerca di nuova terra da affittare e coltivare.
Questi spostamenti disegnano una storia silenziosa e discreta, intrecciata agli avvenimenti della 'grande storia' ma di questa meno eloquente, una storia il cui significato va cercato a fatica dietro le formule notarili e le 'irregolarità' dei registri parrocchiali.